Franco Fiabane
IL PREMIO SAN MARTINO
"Fiabane dà emozioni con la pietra"
di Irene Aliprandi (Corriere Alpi 12 novembre 2005)
L'omaggio della città offerto a Franco Fiabane
I capigruppo hanno scelto di dare l'importante riconoscimento allo scultore.
di Irene Aliprandi (Corriere Alpi 12 ottobre 2005)
E'
lo scultore Franco Fiabane il Premio
"San Martino" 2005. Lo hanno deciso ieri
mattina i capigruppo del consiglio comunale, convocati dalla presidente
Maria Cristina Zoleo, nella seconda riunione dedicata alla scelta del
riconoscimento. Fiabane era stato segnalato dall'associazione Bellunesi
nel Mondo e dalla Diocesi, ma in questi giorni sono arrivate ulteriori
adesioni alla sua candidatura, che hanno convinto i capigruppo della
bontà di questa decisione.
II Premio San Martino costituisce la massima
onorificenza che il Comune di Belluno attribuisce a coloro i quali,
hanno particolarmente illustrato, con la propria opera, la città,
la gente, la cultura bellunese.
In un primo incontro della conferenza dei capigruppo,
svoltosi all'inizio del mese di settembre, erano state prese in esame
le diverse candidature presentate dalle diverse realtà cittadine:
Franco Fiabane, celebre scultore, Luigi Dall'Armi, già comandante
della Divisione partigiana Belluno, Piergiorgio Da Rold, fondatore e
coordinatore dell'Associazione Insieme di può, e i due imprenditori
bellunesi Luciano Zadra e Mario Bristot.
«Nel corso dell'incontro», commenta la presidente del consiglio
Maria Cristina Zoleo, «tutte le candidature, che già in
precedenza erano state considerate assolutamente degne, sono state valutate
con la massima attenzione. Alla fine, e con voto unanime dei capigruppo,
la conferenza ha scelto Franco Fiabane». A sostegno di Fiabane
infatti in questi giorni sono arrivate numerose adesioni, tra le quali
quella del Comitato d'Intesa, che ha deliberato all'unanimità
il suo indirizzo.
Nato a Belluno, dove vive ed opera, nel 1937, Franco Fiabane è artista molto conosciuto anche fuori dei confini provinciali. L'iniziazione all'arte avvenne con la bottega artigiana, frequentata fin da giovanissimo, avendo come maestro il padre Berto, scultore di notevole talento.
Dall'apprendimento delle tecniche di lavorazione e di restauro della
pietra, Franco Fiabane è poi passato a sviluppare la sua ispirazione
anche attraverso grafica, bronzo e legno.
Scorrendo rapidamente l'elenco delle sue opere monumentali, non si possono
non ricordare la Resurrezione con superstiti sant'Antonio nella chiesetta
del Vajont; la Madonna di Loreto all'Aeroporto di Belluno; il Monumento
degli Alpini di Castion; il Monumento ai Caduti per l'Ideale di Soverzene;
la Deposizione per una cappella a Mogliano; il Tabernacolo, l'Annunciazione
e il Crocefisso nelle Sale ricreative di Bolzano; la Madonna Regina
delle Dolomiti benedetta da Papa Wojtyla sulla Marmolada; il Tabernacolo
nella chiesa di Longarone del Michelucci; la Madonna delle Ande in Argentina;
l'Angelo dell'accoglienza e la Via Crucis al Santuario del Nevegal;
gli Alpini sull'omonimo ponte di Belluno; le Porte della chiesa di Lentiai
e il trittico monumentale al Cimitero delle Vittime del Vajont a Fortogna.
Alcune opere: L'amore, Serenità, Salomè
Il racconto dell'artista
e il ricordo dei giorni
nella bottega del padre
"Fiabane dà emozioni con la pietra"
Consegnato allo scultore il maggiore riconoscimento della città
di Irene Aliprandi (Corriere Alpi 12 novembre 2005)
BELLUNO. Un poeta che si esprime attraverso la pietra, un artista che
ha portato le sue opere in tutto il mondo. Franco Fiabane, scultore
bellunese classe 1937, ha ricevuto ieri il più alto riconoscimento
che la città attribuisce ai suoi esponenti più meritevoli:
il Premio San Martino, giunto quest'anno alla 34esima edizione. Una
cerimonia sobria al Teatro Comunale, capace di richiamare un gran numero
di bellunesi, che dimostrano di sentire ancora l'importanza della festa
dedicata al loro patrono.
La presidente del consiglio comunale Maria. Cristina Zoleo, che coordina
la conferenza dei capigruppo, ha illustrato il percorso che ha portato
alla scelta di Fiabane: «Non è stato semplice decidere
chi premiare, perché tutte le proposte erano degne di rispetto.
Alla fine però c'è stata l'unanimità nei confronti
di un uomo che, con grande bravura e umiltà, ha portato Belluno
nel mondo. Fiabane è un artista che trascende i confini della
nostra provincia, sempre ispirato dall'amore per la sua terra e la sua
gente». Inevitabili le citazioni alle opere più famose
dell'artista bellunse, dall'Argentina, alla Germania, passando per il
Brasile e per i tantissimi monumenti commissionati in zona.
II sindaco Ermano De Col ha sottolineato il valore, del messaggio inciso
nella pietra: «Le tantissime opere di Fiabane hanno popolato il
mondo, evidenziando il legame dei bellunesi, le loro storie più
difficili, la sofferenza, ma anche il successo trovato da alcuni. Fiabane
appartiene a quella generazione per cui il lavoro è sacrificio,
riscatto, rispetto di se stessi e della società in cui si vive».
A spezzare la cerimonia hanno contribuito il Coro Bianche Cime e la
poetessa dialettale Luigina Tavi, poi, molto emozionato, è intervenuto
Fiabane, raccontando brevemente la sua esperienza.
«Ho iniziato da bambino giocando con il gesso e i materiali di
mio padre».
Franco Fiabane infatti nasce da uno scultore autodidatta: «Mio
padre mi insegnò a distinguere tra bello e mediocre». Crescendo
continuò a lasciarsi prendere dall'ispirazione, persino guardando
le venature del marmo del tavolo della cucina. «Fantasticavo sulle
linee», racconta il maestro, «perché il mio primo
slancio è sempre stato quello del disegno a matita». Fiabane
lasciò la scuola molto giovane: «Senz'altro ho fatto male;
ma sono sempre riuscito ad essere libero dai condizionamenti nel mio
lavoro. A 13 anni acquistai i primi libri di anatomia, di disegno dal
vero, per studiare il corpo e il volto». La prima commessa arriva
per una riproduzione della Pietà in una parrocchia dell'agordino,
chiamato da don Rinaldo De Menech. La Chiesa, insieme all'Associazione
Bellunesi nel Mondo, è infatti uno dei maggiori sostenitori di
Fiabane.